LETTERATURA

Il combattimento

Norman Mailer

recensione


Premessa: il libro venne edito in Italia sia con il titolo di "Il combattimento", che con il titolo "Il match", che come "La sfida".

Sembra semplicemente la cronaca dell'incontro tra Muhammad Ali' e George Foreman e delle 6 settimane che lo precedettero, svolto a Kinshasa (Zaire) nel 1974 e che diede ad Ali' la possibilita' di riconquistare il titolo mondiale dei pesi massimi. Sembra, ma e' qualcosa di piu'.

E' un viaggio nella filosofia nera, nella psicologia dei personaggi ed, infine, nel mondo del pugilato.

Mailer s'addentra nella filosofia bantu per capire meglio l'anima nera di Ali' e del mondo che lo circonda a Kinshasa. Una filosofia nella quale predominano il "Muntu", l'energia vitale che risiede in ogni uomo; il "Kintu", qualsiasi oggetto animato o inanimato che ci circonda e che porta anch'esso un'energia propria, energia che puo' sommarsi al Muntu facendo diventare la persona ancora piu' potente; il "Kuntu", cioe' la via, il modo in cui tutto cio' avviene; "Nommo", la parola, il nome, che di per sé ha un potere enorme (ad esempio un bambino diviene "Muntu", cioe' uomo che realmente esiste, soltanto quanto viene pronunciato il suo nome).

E' un viaggio nella psicologia di Ali', estroverso spaccone, che usa il potere del Nommo per aumentare il suo Muntu, che irradia energia e la riassorbe accresciuta dall'energia di tutto cio' che gli sta intorno.

E' un viaggio nella psicologia di Foreman, esteriormente piu' negro di Ali' ma in realta' psicologicamente bianco. Foreman conserva la propria forza, staccandosi dal resto del mondo costruendo intorno alla propria persona un muro insormontabile (emblematica la frase di saluto che Foreman rivolge a Mailer: "Vorrei stringerle la mano, ma come vede le tendo in tasca.").

E' un viaggio che Mailer compie dentro se stesso, preso dalla filosofia bantu che aleggia a Kinshasa, sfidandosi a prove di coraggio per lui inaudite (come correre con Ali' o passare, sospeso nel vuoto, da un poggiolo all'altro dell'albergo che lo ospita). Prove di coraggio che vengono viste come produttrici di forza che accrescera' quella del suo campione.

E' un viaggio nella boxe, quella vera, dove c'e' si' violenza, sangue, ma dove c'e' anche intelligenza, coraggio, personalita', eleganza.

La prosa e' trascinante, senza mezze misure. Il clima e' estremizzato ed epico, per poi stemperarsi nella classica insolente ironia che Mailer sparge a piene mani su se stesso innanzi tutto. D'altra parte fa parte del suo stile lo scavare fino alle radici del problema, fino a perdersi in esso, per poi tornare a galla con un colpo di genio. Non e' certamente un testo riservato agli amanti del pugilato, anche se questi non troveranno nulla da eccepire in cio' che di tecnico Mailer scrive.

E' sicuramente un libro per gente curiosa, per cercatori d'oro e di angoli inconsci dell'animo umano. Oh, per loro sara' uno spasso ...

Muhammad Alì

Cassius Clay, nato nel 1942 a Luisville (Kentuchy).

A 18 anni, nel 1960, vince della medaglia d'oro alle olimpiadi di Roma, medaglia d'oro che finisce nel fiume Ohio quando, tornato a casa convinto di aver vinto per l'America, non servito in una tavola calda in quanto negro. A 22 anni, nel 1964, conquista il titolo mondiale dei pesi massimi battendo Sonny Liston. Il giorno successivo annuncia la sua conversione all'Islam e prende il nome di Muhammad Ali, e' seguace del Reverendo Elijah Mohamed, capo della Nazione Islamica.

La sua maniera di boxare e' totalmente rivoluzionaria. Fino a quel momento di massimi erano colossi praticamente immobili che sferravano colpi micidiali. Lui danza sul ring, con una reattivita' incredibile se rapportata alla mole.

Nel 1967 rifiuta, per motivi religiosi e di etica personale, di partire per la guerra del Vietnam. Viene privato della licenza di pugile, condannato a 5 anni di reclusione, ad un'ammenda di 10.000 dollari. La sua carriera sportiva sembra finita ed Ali si dedica all'Islam studiando ed insegnando i suoi precetti.

Nel 1971 la condanna viene annullata dalla Corte Suprema e, inaspettatamente, Ali' torna a combattere. Il suo rientro a livelli mondiali sembrava assolutamente impossibile: 4 anni di inattivita' per in peso massimo sono praticamente una vita.

Nel 1980, a 38 anni, si ritira e dopo poco tempo annuncia di essere affetto dal morbo di Parkinson.Negli anni successivi, pero', continua la sua opera di pace e nel 1990, prima della guerra del Golfo, si incontra con Saddam Hussein per negoziare il rilascio di 15 ostaggi.

George Foreman

Nato nel 1948 diventa campione olimpionico nel 1968. Pugile di enorme potenza e di grande classe e' considerato uno tra i migliori di tutti i tempi. Nel 1973 conquista il titolo mondiale.

Rosalba Crosilla

Il combattimento: copertina

Il combattimento: copertina