MUSICA

Discanto

Ivano Fossati

recensione

“Discanto”, disincanto. E' una raccolta di umani dolori, disagi e solitudini quella che Ivano Fossati ci presenta.

L’uomo senza radici, come una barca in alto mare senza terra a spaccare l’orizzonte, che ha già dolorosamente tagliato quel cordone ombelicale che dà una storia alla sua personale storia e nell’impossibilità di ancorarsi ad un futuro che (appunto) è già presente.

Com’è possibile trovare tanta ricchezza di agganci, argomenti, pensieri ed incognite in soli 37 minuti di ascolto?

E come parlarne, contenendo quesiti e idee in un numero decente di parole “comprensibili”? Difficile: i testi di Ivano Fossati sono lunghissimi racconti nei quali ogni singola parola è una macchia d’olio che si allarga, mostrando altre possibili implicazioni, altri possibili significati. E, come se ciò non bastasse, il tono di voce imprime alla “semplice” parola ancora altre sfumature a volte addirittura in contrapposizione con la parola stessa.

Album bugiardamente datato, uscito nel 1990 (no, dico, 15 anni!), bugiardamente, riconfermo, perché di “datato” o sorpassato non ho trovato una sola parola.

D’altra parte come lo si potrebbe agganciare alla nostra relativa ed umanamente inesatta concezione del “tempo”? Il “tempo” è il filo conduttore di tutto l’album, ma è un “tempo” che si ferma, si dilata o scorre velocissimo ed inesorabile, in contrasto perenne tra memoria e contemporaneità; nella memoria, da fila ordinata di giorni scanditi da albe e tramonti, diventa calderone di sentimenti ed emozioni, perennemente “presente”; nel presente, invece, il “tempo” è vissuto come “futuro” o, immediatamente dopo, come “passato”.

Un album complesso, a pieno titolo premiato con la Targa Tenco, nel quale le parole sono fiumane che non danno tregua ed il tentare di fotografarne il senso diventa, almeno per me, un’impresa decisamente ardua e allora, tanto vale, … iniziare subito.


Lusitania

In Lusitania Fossati ci va davvero, per catturare il senso di quella canzone che aveva già dentro di sé ma che non riusciva a scrivere …..

“I portoghesi sono lenti, lentissimi, come se avessero già visto tutto e niente potesse più smuoverli… La loro natura è riflessiva e questo li fa apparire antichi, più che vecchi……..”

Genovesi e Portoghesi: un passato in comune come potenza marinara, una lingua che li unisce nelle assonanze al di là di Alpi e Pirenei, la struttura stessa di Lisbona Antigua ricorda Genova, arrampicata com’è in stradine strette.

Portoghesi, schiacciati da Mori e Spagnoli che, per contro, hanno schiacciato e colonizzato altri popoli, terra di rivoluzioni e fado, ed infine, in barba alla sua storia antica, giovane democrazia.

……. È come arrivare dal mare…..

“Terra….. è Terra…..”

…….. stanchezza nei rari colpi delle percussioni, mentre la voce narra di Lusitania….

Lavoro: parola che si ripete, parola che porta lontano la fame.. …… e vento che porta odori dal mare, scompiglia i capelli, gonfia le vele, spazza le strade e fa sentire piccoli……

Terra …. buona per camminarci sui ginocchi e per pregare”

è la fede di chi non ha speranza, sicurezze o futuro certo e che può affidarsi solo alla

“Bella Signora nostra che ci appari e scompari….”

in un chiaro riferimento alla Madonna di Fatima. Questo è l’unico momento di tutto il brano nel quale il ritmo di passi che arrancano con fatica viene mitigato dalla speranza…….

Portogallo tratteggiato da frasi spezzettate e da immagini tanto rapide quanto nitide e precise….


Discanto

Anafora lunghissima, segnata da una ritmica inarrestabile com’è inarrestabile il nostro passo lungo il cammino della vita…..

………carrozza che passa veloce…. cavalli al galoppo….

C’è tutto nelle parole. Tutto ciò che nella vita ognuno di noi incontra o può incontrare: la costruzione lenta e per contro il tempo che ci inchioda, mentre “i diavoli al culo” esprimono la bramosia del fare, del raggiungere…….. e il tempo passa …….. senza che niente possa intervenire a fermarlo, a rallentarlo. Al di là della nostra volontà.

Gli strumenti sono solo sfondo: è sempre la voce di Fossati ad imprimere significato alle parole……..…….si VIVE…..

di passi sparsi
di bocconi di vento
di lentezza
di incerto movimento
di precise parole si vive
di grande teatro
di oscure canzoni
di pronte guittezze si va avanti

E mentre siamo ancora in corsa, mentre ancora inseguiamo la pista come cani, mentre ancora ridiamo, convinti d’aver altri giorni davanti, mentre ancora abbaiamo al mondo e alla luna, è la vita stessa a fermarci…… all’improvviso……..

Le percussioni si fanno angoscianti come colpi di maglio, incessanti… Una chitarra svisa eterni dolori…… la carrozza ci supera e si allontana…….. cavalli al galoppo che si portano via la nostra vita………


Piumetta

Il ritmo è quello di una danza antica……. Sembra di vederla ballare intorno ad un falò….. percussioni battono il ritmo dei suoi passi…. Rito di passaggio: domani Piumetta si sposa, ma non con l’uomo che ama e che ora sta cantando questa canzone, discosto dalla sua danza……

Ah, poter fermare la gonna che gira contro il vento e contro il tempo…… ma la strada è già segnata ed a nulla serve opporsi. La danza deve continuare ed i piedi si muovono contro la loro stessa volontà……

La donna nella società contadina, la sua sottomissione, il doversi affidare al destino mentre il cuore le indicherebbe ben altre scelte.

Destino: buco nero che ci attende, immutabile quanto sconosciuto. Ma se è impossibile cambiarne il corso, almeno scoprirlo in parte nei segni ambigui dei tarocchi, sperando che arrivi la saggezza con l’Eremita o la fortuna con il Carro, consapevoli che, per quanto triste e tormentata possa essere la vita, presto o tardi arriverà anche la carta della Morte a spezzar le catene.

………………e campane suonano a festa….. Per chi?


Lunario di settembre

Ritmica angosciante, imperiosa, intercalata dal suono di campane giudicanti anch’esse: …… è processo…..

Stregoneria…… Ah, le accuse assurde di

“incantagioni …. giochi bestiali ed ereticali”
“danni infiniti e infermità”

a persone e animali, distruzione dei raccolti.

Fatti realmente accaduti: ultimo processo per stregoneria tenuto in Italia, esattamente a Nogaredo, provincia di Trento, nell’Anno di Grazia 1647.

Lasciando a chi ascolta giudizi e conclusioni, Fossati riporta semplicemente i fatti, tratti dagli atti ufficiali arrivati fino a noi. L’effetto è sconvolgente: ci ritroviamo calati, d’improvviso, nell’evento e ne siamo ancora testimoni impotenti……… è ancora “passato” che diventa “presente”.

La ritmica imperiosa si ferma e l’accusatore interroga, vuole capire, cerca la verità ma gli occhi sono chiusi da superstizioni e dal senso del peccato che vede nella donna il suo massimo esponente…….

Ritorna il processo…. Parole e parole ridondanti quanto vuote che cercano solo di giustificare se stesse e assolvere la coscienza di chi giudica…….

“viste le cose che devono vedersi e considerate quelle che devono essere considerate ……
….. condanna……..

Fossati legge semplicemente i nomi di sette donne (una ha solo tredici anni): decapitate e seppellite in terra maledetta.


Italiani in Argentina

Percussioni iniziano a costruire il tempo di un tango dai passi incrociati……. ognuno compreso e bloccato nel proprio stato d’animo e nella propria storia…… il movimento esiste solo in quei passi….

Il sintonizzatore di una radio cerca la via giusta lanciando il suo segnale oltre all’oceano …….

“Ecco …. Ci siamo….. ci sentite da lì…..?"
"........Trasmettiamo da una casa d'Argentina
illuminata nella notte che fa
la distanza atlantica
la memoria più vicina
e nessuna fotografia ci basterà."

Contatto irreale e flebile quanto profondo e necessario.

Il tango continua sullo sfondo mentre una chitarra sottolinea con pochi accordi la voce dolcissima, carica di struggente malinconia, che racconta di ricordi, di presente “sconosciuto” e di passato che, tradito dalla memoria, sta perdendo i connotati di realtà……….

… e chi non ne ha un esempio in famiglia?? Gente andata via 40 o 50 anni fa e che ancora oggi vive spezzata; non più italiana perchè dell'Italia non riconosce più nulla ma che neppure fa parte del paese che l'ha accolta; sospesa in aria, senza radici, senza passato ed ovviamente senza un futuro culturale, con il sogno di “essere” ancora Italiani.

[Nello scrivere questo pezzo Fossati ha tratto spunto dagli studi del professor Bosca dell'Associazione Italiani nel Mondo]


Passalento

Malinconia, tristezza forse, rimpianto del tempo già fuggito……. I fiati raccontano un dolore non sanabile …… L’essere umano schiavo di una vita troppo breve e nel contempo troppo lenta, nella quale il presente fugge ed il passato continua a rimanere vivo e presente

Non è il decadimento del corpo a destar pietà, ma

“ma le nostre intelligenze
da cani alla catena
è così che si ripensa
a tutto l'amore detto
è così che si ripensa
a tutto l'amore scritto
che era acqua da bere, fuoco
sete da morire

e il tempo scorre, padrone quasi indiscusso della sua stessa durata, finchè anche lui deve soggiacere alla sospensione ……..

Signore di questo porto vedi mi avvicino anch'io, vele ancora tese, bandiera genovese sono io …….

Ancora pieni di vita, ancora in corsa e con la nostra identità ancora ben precisa e salda, all’improvviso ci ritroviamo alla fine del viaggio…………….


Confessione di Alonso Chisciano

Chitarra acustica, dolcissima, accompagna le parole……

Solitudine, discanto, vento disegnato sullo sfondo da strumenti stonati e urlanti……… Uomo, sperduto nella solitudine del suo sentire……

Don Chisciotte, l’idealista, rivendica fino all’ultimo istante il suo diritto al sogno, alla follia; diritto di esistere e decidere, accettando dolori e sconfitte ben ripagati dalla vittoria di essere sé stessi…. contro una realtà che sogni e ideali tenta di distruggere, ingannando esistenze ed incanalandole su strade non volute.

Diviso – come quanti di noi? - tra apparenza

“…..faccio finta di accettare le predizioni della scimmia che indovina)

e personale realtà

carambole di fantasmi io conservo
conservo pezzi di temporale

A me, a me, a me una pazzia d’argento,
al mio cavallo una pazzia di biada……

per sopravvivere all’appiattimento, all’abbrutimento, alla vita stessa che ci schiaccia.

… che vergogna, che spavento la normalità eterna….

Ma la realtà esiste davvero o altro non è se non una recita nella recita, dove personaggi inconsapevoli (chiusi occhi, orecchie e cervello) continuano a lasciarsi recitare?

E chi è tacciato da folle secondo la morale comune, non è forse colui che riesce a vedere oltre il limite imposto?

IO

……. e la rabbia avanza……

io qui vedo l'orizzonte
e faccio finta di accettare
le predizioni della scimmia che indovina
Io, tirar di scherma con la grandine, le dame.

Avanti, verso una ignota destinazione, amata proprio per i dolori che sicuramente cela: al diavolo il “senso morale”, avanti……. oltre la morte……. ad ingaggiar battaglie contro il vento………………….


Uunica rosa

beh……. è amore vero, talmente vero che riesce a vedere ogni sfumatura, ogni piega nella persona amata. Eppure di un amore già trascorso si parla, di una storia finita nel presente, ma che continua nel passato (e non è una contraddizione in termini, è il nostro essere……).

Fossati dà voce ai pensieri, senza costruire frasi, solo con immagini ben più incisive di qualsiasi racconto …… ed ancora una volta la voce che riesce a farci sentir le distanze ed i giochi….. e le lacrime…….

Poesia, assoluta, dolcissima, sofferta, che porta con sé odori, suoni ed emozioni; per capirla dobbiamo impadronirci di quei pensieri, farli nostri e sentirli direttamente nel cuore e sulla pelle………..


Albertina

…. continua nei nostri figli la speranza di vita, quasi fosse una forma di immortalità …….

Albertina (nome emblematico che nasconde “libertà” o puro caso?) è l’adolescente che prova le sue ali e cerca i limiti (“……. raggiunti mai…….”) e annusa l’aria in caccia di nuove esperienze, passando da fasi analitiche a fasi politiche, costruendo piano piano, su dolori ed errori, l’uomo o la donna di domani……

Il nostro compito è stare alla finestra, sperando di assistere sempre al suo ritorno, angosciati da pochi minuti di ritardo, illudendoci di sapere come va il mondo e cercando sicurezza in questa illusione…….

Noi, che tutto questo abbiamo già vissuto e sofferto seguendo la nostra personale strada, incontrando i nostri personali ostacoli ed ebbrezze…….. mentre dietro un’altra tenda, in “quel” tempo ed “quel” luogo, qualcun altro c’era: storia che replica sé stessa…….. sempre al di là del tempo.

Ancora il passato continua ……

[Inciso: Albertina mi ha fatto venire in mente... me stessa.
I miei genitori canticchiavano spesso una vecchia canzone:
"Son le 9 già brontola il papà, la mamma sentinella alla finestra sta...."
E la cantavo anch'io quando, adolescente, tornando a casa in regolarissimo super ritardo, vedevo l'ombra di mia madre dietro le tendine della finestra della cucina: lì immobile ed inamovibile come una sentinella d'avamposto....... avessi avuto una gomma l'avrei cancellata, quella finestra, ma non avendo la gomma....... cantavo.......


In velocità …… tutti i brani portano la firma di Fossati, sia per i testi che per la musica, tranne “Confessione di Alonzo Chisciano” e “Lunario di Settembre”, scritti a 4 mani con la poetessa Anna Lamberti Bocconi.

Ehi……. Ma mi sentite da lì?

Rosalba Crosilla

Pubblicato 2008

Discanto






Discanto
Tracklist

  • 1.Lusitania – 4:43
  • 2.Discanto – 4:33
  • 3.Piumetta – 3:54
  • 4.Lunario di settembre (Il Processo di Nagaredo) – 6:12 (Lamberti Bocconi, Fossati – Fossati)
  • 5.Italiani d'Argentina – 4:47
  • 6.Passalento – 3:13
  • 7.Confessione di Alonso Chisciano – 4:56 (Lamberti Bocconi, Fossati – Fossati)
  • 8.Unica rosa – 2:21
  • 9.Albertina – 2:26
  • Tranne le tracce 4 e 7 tutte le altre sono di Ivano Fossati sia i testi che le musiche

  • Musicisti:
  • Ivano Fossati: voce, chitarra classica, chitarra breguesa In Lusitania, chitarra elettrica in Discanto, pianoforte in Lunario di settembre e Albertina
  • Stefano Melone: tastiere
  • Elio Rivagli: batteria e percussioni
  • Beppe Quirici: basso elettrico e contrabbasso
  • Vincenzo Zitello: arpa
  • Mario Arcari: oboe in Passalento
  • Federico Senese: darabuka in Passalento
  • Fiorella Mannoia: voce femminile in Piumetta
  • Lalla Francia: voce femminile in Lusitania
  • Gruppo polifonico Ars Antiqua: cori in Confessione di Alonso Chisciano e Lunario di settembre
  • Emanuela De Cesari: soprano
  • Natalia Grifoglio: soprano
  • Valeria Bruno: soprano
  • Enrica Bruno: soprano
  • Franca Maccabruni: soprano
  • Fiorenza Pinna: contralto
  • Tiziana Cupetti: contralto
  • Patrizia Robello: contralto
  • Marta Abbaneo: contralto
  • Vincenzo Damonte: tenore
  • Massimo Guglielmi: basso
  • Marcello Bagnasco: basso
  • Guido Milanese: basso e direzione


la biografia di
Ivano Fossati