MUSICA

Rino Gaetano

biografia

He he he indovini e falsi dei vecchi santi e tristi eroi
via via tutti nel letto di Lucia tutti nel letto di Lucia
he he he ciarlatani e ombrellai colonelli e usurai
via via tutti nel letto di Lucia tutti nel letto di Lucia
(Nel letto di Lucia - R. Gaetano)

Rino Gaetano nasce il 29 ottobre 1950 a Crotone, in Calabria, e muore a Roma il 2 giugno 1981 a seguito di un incidente stradale: un beffardo destino lo accomuna, nella morte, con Fred Buscaglione, personaggio amato da Gaetano per la sua ironia che spesso sconfinava nel cinismo.

Nato in Calabria, dicevamo, ma romano d'adozione visto che a 10 anni qui si trasferisce con la famiglia. Geometra mancato, visto che la passione per la chitarra e per il teatro lo sviano dagli studi. Poi il Folkstudio di Giancarlo Cesaroni, locale-culla di cantautori come Francesco De Gregori, Antonello Venditti, Mimmo Locasciulli e l'incontro con il produttore Vincenzo Micocci e nel 1973 i due primi singoli I love you Maryanna Jaqueline (con lo pseudonimo di Kammamuri's) che passano assolutamente inosservati. Dell'anno successivo il primo album Ingresso libero neppure questo molto fortunato.

Il successo arriva nel 1975 con il singolo Il cielo è sempre più blu, pezzo che non verrà mail inserito in nessun album ma che diventa una specie di bandiera soprattutto dopo la sua morte, tanto da dare il titolo alla biografia di Massimo Cotto edita nel 2004. Ad un primo ascolto (come sempre nelle canzoni di Gaetano) il brano risulta leggero: musica scanzonata e facile da ricordare, un ritornello accattivante che sembrava sprizzare buonumore e ottimismo da tutte le sillabe. Ma, come sempre, il messaggio non è per nulla superficiale, anzi è caustico e pieno di rabbia: il cielo è sempre più blu anche se, sotto a quel cielo c'è

chi suda, chi lotta, chi mangia una volta
chi gli manca la casa, chi vive da solo
chi prende assai poco, chi gioca col fuoco

e chi

chi parte per Beirut e ha in tasca un miliardo
chi è stato multato, chi odia i terroni

Dopo un anno esce il secondo album, Mio fratello è figlio unico con il quale Gaetano entra finalmente a pieno titolo nel novero dei cantautori italiani. Dall'album escono due brani di successo, quello onomino e Berta filava, entrambi orecchiabili, apparentemente scanzonati, riportano la memoria alle filastrocche infantili e demenziali. Il significato è diverso. Mio fratello è figlio unico sembra una contraddizione in termini, ma se un individuo si discosta dal modo di pensare comune e continua ad essere semplicemente sè stesso senza atteggiarsi e senza portare maschere, se guarda in faccia la realtà anche quando è scomoda, diventa automaticamente unico, non capito, emarginato. Berta filava è un lungo gioco di parole, tra assonanze e anadiplosi (ripetizioni alla fine ed all'inizio del verso); il risultato è divertentissimo, folle... ma la povera Berta, che

filava
e filava la lana,
la lana e l'amianto
del vestito del santo che andava sul rogo
e mentre bruciava
urlava e piangeva e la gente diceva:
"Anvedi che santo vestito d'amianto"

simboleggia l'insensibilità o la superficialità che ci pervade ed anche l'immutabilità dei tempi: fuori il mondo gira e noi ... filiamo. La gente è la gente di sempre, pronta a cambiar bandiera in un istante e senza un motivo profondo.

Nel 1977 esce Aida da un Rino Gaetano ancora più maturo. Il brano che da il titolo all'album parla ancora dell'impotenza, dell'emarginazione di coloro che non hanno potere, che subiscono le guerre ideologiche, guardano gli stravolgimenti e ne patiscono le conseguenze

Aida le tue battaglie
i compromessi
la povertà
i salari bassi la fame bussa
il terrore russo
Cristo e Stalin
Aida la costituente
la democrazia
e chi ce l'ha

Poi il terzo posto al Festival di Sanremo del 1978, con camicia a righe rosse, frac, cilindro, scarpe da ginnastica e ... Gianna che

sosteneva, tesi e illusioni
Gianna Gianna Gianna prometteva, pareti e fiumi
Gianna Gianna aveva un coccodrillo, ed un dottore
Gianna non perdeva neanche un minuto, per fare l'amore
Ma la notte la festa è finita, evviva la vita
La gente si sveste e comincia un mondo
un mondo diverso, ma fatto si sesso e chi vivrà vedrà...

Immedia l'uscita dell'album che la conteneva, Nuntereggae più, nel quale è ancora più evidente l'attacco contro la società, le mode, gli scandali, il potere economico e politico, la televisione e gli imbonitori, i falsi moralismi, gli status simbol .. per tutti c'è un Nuntereggae più.

Nel 1979 Rino Gaetano pubblica Resta vile maschio, dove vai? con la RCA e, altro importante cambiamento, il brano che da il titolo al disco è di Mogol. Anche questo è un successo dovuto in parte alla bellissima Ahi Maria: il grido di un amante abbandonato (ma sarà poi vero???)

La mattina mi alzo tardi e dormo finchè mi va
e il caffè me lo portano a letto due bionde in tutù
ahi Maria chi mi manca sei tu.

ed all'altrettanto bella quanto diversa nel significato Nel letto di Lucia. E' il momento, per Gaetano, anche del salto oltre i confini italiani verso la Spagna.

L'ultimo album è del 1980, E io ci sto e la terza traccia, Ti Ti Ti Ti, vista con gli occhi postumi sembra un addio: Gaetano parla direttamente all'ascoltatore

A te che che sogni una stella ed un veliero
che ti portino su isole dal cielo più vero
.....
a te che odi i politici imbrillantinati
che minimizzano i loro reati
.....
a te che non ami i servi di partito
che ti chiedono il voto un voto pulito
.........
a te che ascolti il mio disco forse sorridendo
giuro che la stessa rabbia sto vivendo
stiamo sulla stessa barca io e te

Carriera brevissima quella di Gaetano, eppure la morte non è riuscita a cancellarlo dal panorama cantautoriale italiano, anzi! La comprensione dei suoi testi è stata postuma ed oggi le sue canzoni sono note ed apprezzate anche da quei ragazzi che, vivo, Rino Gaetano non l'hanno mai visto; su di lui si scrivono tesi di laurea ed i suoi versi caustici, irridenti, surreali e dolcissimi continuano a divertire dapprima e, poi, ad instillare coscienza nelle coscienze.

Perchè così difficili gli inizi? Perchè l'impatto con il linguaggio di Rino Gaetano non era facile per il pubblico degli anni '70. Spiazzava. Il pubblico non riusciva a capire dove voleva andar a parare l'autore.

Stava scherzando? Era una specie di giocoliere pazzo che, al posto delle palline, usava le parole? Stava prendendo in giro tutti?

In realtà era nato troppo presto per il grande pubblico, troppo presto anche per la società che lui metteva alla gogna, troppo presto visto i suoi testi sono intrisi una una notevole dose di precognizione e le magagne sociali che denunciava ben si adattano alla nostra realtà.

Rosalba Crosilla

Pubblicato nel 2009