MUSICA

Francesco Guccini

biografia

"Ma s'io avessi previsto tutto questo, dati causa e pretesto, forse farei lo stesso,
mi piace far canzoni e bere vino, mi piace far casino, poi sono nato fesso
e quindi tiro avanti e non mi svesto dei panni che son solito portare:
ho tante cose ancora da raccontare per chi vuole ascoltare e a culo tutto il resto!"
(L'avvelenata - F. Guccini)

Francesco Guccini nasce a Modena il 14 giugno del 1940 da una famiglia di origini contadine, ma, a causa della entrata in guerra dell'Italia fascista, trascorre la sua infanzia assieme alla madre nella casa dei nonni paterni a Pàvana, nell'appennino pistoiese. Le scuole le fa a Modena dove consegue il diploma di scuola magistrale nel 1958. Dopo il diploma diventa istruttore in un collegio a Pesaro, ma dopo tre mesi abbandona.

Inizia a collaborare la "Gazzetta di Modena", ma il trasferimento della famiglia a Bologna gli fa interrompere questa attività.

La passione per la musica lo accompagna sin dall'adolescenza con chiari riferimenti al country americano prima ed a Bob Dylan dopo. Alla vena trasgressiva della ballata rock americana, Guccini aggiunge spesso un’esplicita vocazione esistenziale e introspettiva nella quale finisce col riconoscersi un’intera generazione. Comincia a suonare e scrivere canzoni alla fine degli anni cinquanta. Forma un complesso, i Gatti, con Alfio Cantarella e Victor Sogliani, due futuri componenti dell'Equipe 84, e Pier Farri.

Inizialmente scrive solo per altri gruppi, sotto pseudonimo perché non iscritto alla S.I.A.E., specialmente per i Nomadi con i quali collaborerà fino al 1979, ma anche per l'Equipe 84 ed i Corvi. Nel 1967 incide il suo primo album Folk Beat N.1, ma il ricavato gli servirà solo a pagarsi gli studi universitari. A venti anni vive una storia d'amore con una ragazza americana, si trasferisce dalle sue parti ma purtroppo la storia finisce male. Da questa storia provengono alcune delle sue canzoni L'orizzonte di K.D., Il tema, Eskimo e l'album Stanze di vita quotidiana.

Ma la sua notorietà nasce con la pubblicazione di Radici nel 1972, album che contiene la celeberrima La locomotiva, inno all'anarchia ed alla lotta di classe e brano che anche oggi chiude tutti i concerti di Francesco, cantata all'unisono da tutto il pubblico.

Ha insegnato per vent'anni presso un'università americana con sede a Bologna.

Nel Guccini cantautore convivono diversi aspetti, dal politico (Il sociale e l'antisociale, La locomotiva, Primavera di Praga, La canzone del bambino nel vento, Lager, Stagioni, Canzone per Silvia) all'arrabbiato (L'avvelenata, Canzone delle osterie di fuori porta, Don Chisciotte, Quattro stracci, Nostra Signora dell'ipocrisia, Addio), dal poeta (Il pensionato, Canzone per Piero, Il vecchio e il bambino, Autogrill, Acque, Stelle) al cantastorie (Keaton, Cencio, Amerigo, Samantha, Von Loon, Antenòr, Venezia), dall'intimista (Canzone di notte, Canzone della vita quotidiana, Canzone della triste rinuncia, Canzone quasi d'amore, Vedi cara, Vorrei) al goliardico (l'intero album Opera buffa, I fichi, Gli amici).

Fra alti e bassi, come per tutti i cantautori, Francesco ha inciso 19 album dei quali 5 dal vivo ed è proprio nei suoi concerti che si apprezza il "vero" Guccini, personaggio istrionico e dalle mille sfaccettature, capace di trasformare ogni suo concerto in un evento irripetibile, con il suo continuo discorrere con il pubblico, con il suo interrompere il brano per inserirvi gustose precisazioni o battute irriverenti.

Ha vinto il "Premio Librex Guggenheim Eugenio Montale" per la sezione "Versi e musica", il "Mandolino Genovese 2000" e diverse edizioni del "Premio Tenco".

Ha inoltre sceneggiato fumetti per Magnus ("Lo sconosciuto", Einaudi Stile libero) e Bonvi. Ha scritto i romanzi "Cròniche epafàniche" e "Vacca d'un cane" (Feltrinelli) e, con Loriano Machiavelli, "Macaroni", "Un disco dei Platters" e "Questo sangue che impasta la terra" (Mondadori), ed infine "Storie di altre storie" con Vincenzo Cerami.

Ha partecipato come attore ai film: "I giorni cantati" (1979 - regia di Paolo Pietrangeli), "Musica per vecchi animali" (1989 - regia di Umberto Angelucci e Stefano Benni), "Radiofreccia" (1998 - regia di Luciano Ligabue, con Stefano Accorsi) e "Ormai è fatta" (1999 - regia di Enzo Monteleone, con Stefano Accorsi).

Ha anche scritto le colonne sonore di "Nenè" (1977 - regia di Salvatore Samperi), di "I giorni cantati" (1979 - regia di Poalo Pietrangeli) e di "Nero" (1992 - regia di Giancarlo Soldi).

Rosalba Crosilla

Pubblicato 2007