MUSICA

Banco del Mutuo Soccorso

storia del gruppo

Ad iniziare quella che diventerà la storia del Banco del Mutuo Soccorso sono, nel 1969, i fratelli Gianni e Vittorio Nocenzi entrambi tastieristi. Vittorio era tra i due il più affermato già all'epoca ed il più strutturato, con i suoi studi classici ed il diploma al Conservatorio di S.Cecilia di Roma.

Si riuniscono con altri musicisti nella loro personale sala prove, a Marino, diventata famosa in seguito con il nome di stalla e così era nella realtà: una vera e propria stalla ristrutturata ed attrezzata perfettamente (dice lo stesso Vittorio Nocenzi in una intervista) "con le mangiatoie piene di amplificatori, distorsori e strumenti musicali invece del fieno per le mucche". La prima formazione vede Gianfranco Coletta alla chitarra (che passerà a Claudio Falco), Fabrizio Falco al basso ed alla batteria Franco Pontecorvi sostuito in breve da Mario Achilli

Nel 1971 l'incontro con quella che diventerà la mitica voce del Banco, Francesco Di Giacomo: lo incontrano al Festival Pop di Caracalla, assieme al chitarrista Marcello Todaro, al bassista Renato D'Angelo ed al batterista Pierluigi Calderoni. Con questa formazione riescono a spuntare un contratto con la Ricordi ed a pubblicare il primo album, Banco del Mutuo Soccorso appunto, che diventa un successo immediato tra i ragazzi assetati di Progressive di alto livello. La musica di Vittorio Nocenzi sposa perfettamente l'incredibile voce di Francesco Di Giacomo ed i testi, scritti da quest'ultimo, danno il tocco finale:

Coi capelli sciolti al vento
io dirigo il tempo il mio tempo
là negli spazi dove morte non ha domini
dove l'amore varca i confini
e il servo balla con il re
corona senza vanità
eterna è la strada che va.
(Il Giardino del Mago - da Banco del Mutuo Soccorso)

Il mondo del Banco ci accoglie, ora fatato, spesso duro e critico, c'accompagnerà per alcuni (pochi) anni regalandoci emozioni uniche.

Sempre del 1972 è Darwin!, un concept sull'evoluzione dell'umanità (tema caro ai ragazzi del tempo!) di raro valore al quale la rivista Gnosis (uno dei sacri testi del Progressive e della musica in genere) riserva ancor'oggi il primato di miglior album Progressive di tutti i tempi, sopravvanzando Selling England by the Pound di un posto.

Arriva il 1973 con Io sono nato libero (nono posto per Gnosis!) e si riesce a dirne ben poco a riguardo talmente alto è il livello: le musiche sono uniche, il brivido che la voce di Francesco ci provoca è senza tempo, i testi sono poesia, il messaggio chiarissimo. E' un urlo contro le guerre di tutti i tempi, contro le devastazioni ed i dolori che da sempre provocano; un monito a deviare prima del punto di non ritorno, prima che

"quel pazzo padrone, poeta o predone che vive sull'ultima trave"

della nostra Città sottile prenda completamente il sopravvento.

Subito dopo l'uscita dell'album il primo cambio agli strumenti: la chitarra passa dalle mani di Marcello Todaro a quelle di Rodolfo Maltese degli Homo Sapiens.

Approntano anche una rivisitazione di Io sono nato libero per il mercato internazionale, con l'inserimento del pezzo inedito L'albero del pane... A pubblicarlo è la Manticore, etichetta degli Emerson Lake & Palmer ed i King Crimson, ad esempio, e che si era occupata nel '72 del lancio in Inghilterra della Premiata Forneria Marconi. Da qui al tour internazionale in Inghilterra e Stati Uniti il passo è breve, anche se non dà in termini di successo di pubblico il risultato sperato; altro discorso per il successo di critica che non manca assolutamente.

Nel 1976 esce lo strumentale Garofano rosso , nato come colonna sonora del film omonimo, e Come in un'ultima cena. E' evidente che la ricerca permea le opere del gruppo, ricerca che li porta ad un altro strumentale, ...di terra , ma che li conduce lentamente su un'altra strada. Le sonorità sono sempre meno Banco fino a toccare l'apice con il live Capolinea (1979), caratterizzato da brani più brevi e quindi più commerciali, da testi più semplici ed orecchiabili. Il successo di pubblico arriva e si consolida con Urgentissimo dell'anno successivo, ma quel

Paolo, Paolo Pa, Paolo maledetto
ma perché non l'hai, perché non l'hai detto.
Paolo, Paolo Pa, Paolo maledetto
ma perché non l'hai, perché non l'hai detto mai.
(Paolo Pa - da Urgentissimo)

ha il sapore dell'incompiutezza per quelli che, come me, non la smettono ancora di osannare

Forte treno impaziente treno dritto sulla giusta via sei arrivato.
Ad ogni passo baci i miei stivali, terra mia, ti riconosco.
Possente terra come ti invocavo
nei primi giorni in cui tuonava il cannone.
Montagne che fermate il mio respiro, siete sagge come allora ?
Lascia il fucile la mia spalla e cade giù la gloria
la gloria ?!
Torna l'uomo con la sua stanchezza infinita.
(Dopo ... Niente è Più Lo Stesso - da Io sono nato libero)

Gianni Nocenzi lascia il gruppo nel 1983, poi è la volta del bassista Gianni Colaiacono, sostituito dal polistrumentista d'oltre oceano Gabriel Amato e si arriva al festival di San Remo del 1985 dove il Banco si presenta con Grande Joe, ma il livello continua ad essere lontanissimo dalle vere performances del gruppo. A sottolineare il fatto arriva una sosta decennale che inizia con ... e via dell'85 e termina con Il 13 del 1994.

Nel 1997 il tour giapponese, l'uscita del relativo live, Nudo e, nel 2003, la pubblicazione dell'album No Palco - Live, registrato durante il concerto per il trentennale del Banco: una lezione sicuramente su come si suona dal vivo!

Rosalba Crosilla