MUSICA

Van Morrison

biografia

Van Morrison: diviso equamente tra le sue radici irlandesi, il gaelico e la musica tradizionale, l'anima blues dei neri americani e le influenze jazz. Spirito libero, decisamente colto, mai asservito alle mode, ai dettami delle case discografiche, ai "mi conviene". Bestia da palcoscenico che si diverte divertendo. Compositore, poeta, cantautore che racconta di leggende celtiche o cita, nei suoi brani, versi di Wordsworth, Eliot, Yeats o Joyce, ed ottimo polistrumentista.

Van Morrison è uno dei fautori del suo tempo, quel tempo nel quale gli hippies segnavano nuovi orizzonti sovvertendo le vecchie regole e, se non può certamente venir inserito tra gli esponenti più arrabbiati, è stato (assieme a gente come Cat Stevens o Syd Barrett) tra gli inventori di nuovi schemi.

Uomo mistico ha cercato sè stesso passando dai Testimoni di Geova ai guru di Scientology, per poi ritrovarsi a suo agio nella filosofia laica di Jiddu Krishnamurti (l'album No Guru, No Method, No Teacher è imperniata proprio su questo), sostenitore della verità senza confini e senza sentieri tracciati, senza sacerdoti, riti, ma alla quale ogni uomo può arrivare analizzando sè stesso, gli altri, e le relazioni che lo legano al mondo esterno.

Libero, dicevo, e sicuramente scorbutico, ostico, introverso, strenuo difensore della sua privacy e della sua vita. In un'intervista, sempre a proposito della spiritualità, quasi mordendo l'intervistatore, sbotta:

"Non so di cosa tu stia parlando, perché non ho mai detto di credere o di essere spirituale. Non ho mai detto “sono così" o “sono cosà". Non ho mai discusso queste cose con la stampa".

Con ogni probabilità proprio questa sua voglia di indipendenza, mischiata ad un gran divertimento nel provare nuovi metodi ed al bisogno di non avere mai schemi fissi, l'ha fatto diventare un autore di nicchia, direi di nicchia estrema, praticamente sconosciuto al grande pubblico ma estremamente apprezzato dagli addetti ai lavori. L'influenza, poi, che ha avuto sulle generazioni immediatamente successive è facilmente leggibile in artisti come Bruce Springsteen, Bob Seger, Rod Stewart, gli U2, Patti Smith o Elvis Costello che lo cita tra i suoi ideali di gioventù.

Per concludere queste righe apparentemente osannanti (ma vi assicuro che non lo sono), a coloro che non conoscendo il nostro stanno magari pensando che il tradimento possa arrivare dalla voce, dico No!... neppure là possiamo scavare un difetto.

Voce stilisticamente inconfondibile, possente, calda, ovattata, pastosa, non di meno simile al velluto cosparso di sabbia quanto ce n'è bisogno. Perfetta per il Rhythm & Blues che sa essere sguaiata al punto giusto nei brani tradizionali e che segue docile Van Morrison nelle tanto amate digressioni sul tema.

George Ivan "Van" Morrison nasce a Belfast (Irlanda del Nord) il 31 agosto 1945 in una famiglia protestante dove la musica è di casa, con una madre cantante ed un padre collezionista di dischi blues e jazz. Si pasteggia a Ray Charles e Solomon Burke e nel 2005 in un'intervista per il magazine Rolling Stone Van Morrison dirà:

Se non fosse stato per quel genere di musica, oggi non farei quello che sto facendo

L'approccio con gli strumenti avviene ben presto, tanto che a 15 anni abbandona la scuola per entrare nei Monarchs, un gruppo Rhythm & Blues, come sassofonista. Già all'epoca, però, oltre al sax suona la chitarra, l'armonica e le tastiere.

Con il gruppo il primo tour in Germania, l'incisione di un 45 giri (Twingy Baby), ma al rientro in Irlanda decide di mollare la band per aprire un locale.

E' il 1963 e sempre nello stesso anno fonda i Them, pure questa band di impronta Rhythm & Blues. Sfornano un paio di 45 giri tra i quali di assoluto rilievo il brano Gloria portato al successo, dopo qualche anno, dall'interpretazione dal vivo dei Doors.

Il 1967 lo vede nuovamente single (ha abbandonato i Them) ma negli Stati Uniti, grazie alle insistenze del produttore Bert Berns. L'ascesa inizia immediatamente con l'incisione del primo 45 giri da solita: è Brown Eyed Girl che si piazza nelle classifiche di vendita.

Con la morte di Berns (avvenuta il 30 dicembre del 1967) Van Morrison non si sente più nessun fiato sul collo e si dedica semplicemente alla musica, suonando con John Payne (flauto) e Richard Davis (basso) nei locali californiani, ma nonostante la libertà non può certo dirsi un periodo facile: la difficoltà di sbarcare il lunario porta Van Morrison a rifugiarsi negli alcolici, da qui alla depressione il passo è breve. E' probabilmente la giovinezza che gli consente una ripresa repentina quanto il crollo e, forse, la nascita dell'incredibile Astral Weeks si deve proprio al periodo travagliato. Decisamente inusuale, con forti toni jazz che si alternano a percorsi folk creando un'atmosfera mistica e profonda impreziosita dalla voce di Morrison, Astral Weeks è troppo difficile per il pubblico ed il successo sarà decretato dalla critica del tempo e da quella futura che, ancora oggi, lo colloca tra i migliori album di tutti i tempi.

E' del 1970 il ritorno al Rhythm & Blues con Moondance (da ricordare, tra gli altri, Into The Mystic) e questa volta la risposta da parte del mercato è decisamente buona.

All'insegna dell'alternanza, i successivi His Band And The Street Choir (1970) e Tupelo Honey (1971) sono album soft (non per questo meno validi) e, approdati al 1972, giunge l'apparizione (alla chitarra e voce) nell'album Never Get Out Of These Blues Alive di Sua Maestà John Lee Hooker.

Cronologicamente, nel 1972 pubblica Saint Dominic's Preview, un'alternarsi di atmosfere rarefatte e musica nera, Hard Nose The Highway nel 1973, il live It's Too Late To Stop Now del 1974 ed il sentito Veedon Fleece composto in Irlanda (incompreso sia dal pubblico che dai media nonostante i pezzi di assoluto valore che contiene).

E' del 1979 Into The Music degno del miglior Morrison, con le notevoli And The Healing Has Begun, Bright Side Of The Road e Full Force Gale. Prolifico, Van Morrison sforna un album all'anno e si arriva al must paragonabile forse solo a Astral Week: è No Guru, No Method, No Teacher edito nel 1986. Dice Morrison che i suoi brani non sono mai autobiografici, ma si smentisce da solo. No Guru, No Method, No Teacher è ricerca e profondità, mistica ed equilibrio misti a forza e vitalità.

Passando attraverso collaborazioni con esponenti di spicco della musica tradizionale irlandese (The Chieftains ad esempio), si arriva al trascinante live A Night In San Francisco (1994) che ancora una volta mette in risalto la professionalità, il livello artistico e le capacità comunicative del cantautore

Il 21 luglio 1990 la partecipazione al mega concerto The Wall - Live in Berlin voluto da Roger Waters per celebrare la caduta del muro di Berlino, avvenuta nel novembre del '89: la sua esecuzione di Comfortably Numb, assieme allo stesso Roger Waters, Levon Helm, Garth Hudson e Rick Danko, è, per me, un esempio di come un brano storico possa assumere connotati diversi senza perdere assolutamente nulla rispetto all'originale, ma diventando semplicemente "un'altra visione". Manca l'interpretazione suadente e "millimetrica" di David Gilmour, manca il suo assolo di chitarra, annoverato tra i migliori della storia del rock, ma il brano assume una carica quasi dolorosa sia dalla voce che dal soul naturale di Van Morrison.

Gli album continuano con Down The Road del 2002, un affascinante passo indietro per quanto riguarda sonorità con i suoi organi Hammond, Pay the Devil del 2006, lo spirituale Keep it Simple del 2008 e la notevole rivisitazione in live di Astral Weeks, Astral Weeks Live at Hollywood Bowl del 2009.

Rosalba Crosilla

Pubblicato nel 2006 - Rivisitato nel 2012


Van Morrison

Van Morrison




Van Morrison al THe Wall Live in Berlin

Van Morrison al THe Wall Live in Berlin


Discografia


Van Morrison con i Chieftains

Van Morrison con i Chieftains